...e l'uomo. Un conflitto antico
La natura, il lupo e il diavolo
Crinos Metis(?), monaco pazzo del XIII secolo, Codex Gigas, "La Bibbia del Diavolo"
La natura selvaggia ed incontaminata suscitava nei medievali sentimenti assai diversi da quelli che l’uomo moderno prova oggi nei suoi riguardi.
Essa era paludi miasmatiche, foreste impenetrabili e crepacci battuti dal vento, lande inabitate dall’uomo dove si annidavano abominevoli mostri predatori di carne umana (
Beowulf) oppure, in una visione più religiosa, un luogo senza dio dove veniva messa a dura prova la fede dei credenti (il deserto della Bibbia).
Nei luoghi più remoti e lontani dalle rassicuranti mura delle città e dai campi coltivati strappati alla
wilderness inoltre persistevano le ultime vestigia dei culti pagani contro cui la Chiesa si scagliava, culti più “primitivi” con concezioni spesso meno conflittuali nei confronti del selvatico.
Al contrario la mentalità imperante poneva l’uomo al centro del Creato, in una posizione di assoluta preminenza. Tutte le altre creature gli erano sottoposte. Dio aveva creato il mondo e gliene aveva fatto dono perché lui lo dominasse.
Il lupo, come espressione della natura selvaggia e non domesticata dall’umanità, era dunque il perfetto simulacro di tutte le paure e i mali dell’uomo medievale. Al meglio considerato inconsapevole strumento del demonio (
San Tommaso D'Aquino), per la maggior parte della gente del periodo il lupo era “bestes puantes” una bestia fetida, il Diavolo incarnato. Sterminarlo non era solo soggiogare simbolicamente la natura ostile e ribelle all’uomo.
Era seguire la Volontà di Dio.
P.S
Essere garou nell'Inghilterra medievale non doveva essere un gran affare se già con
Edgardo il Pacifico era concesso pagare le tasse e le ammende con teste e lingue di lupo!
°°Argante D'Eon - Cane Grigio°° °°Ahroun Cliath dei Signori delle Ombre°°