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La leggenda di Orma di luna

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2010 13:19
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Post: 242
Città: NAPOLI
Età: 39
Sesso: Femminile
21/04/2010 13:02

"...ovvero perchè abbiamo la nebbia nelle terre d'Alba"




(questa musica giusto per fare atmosfera... le parole per altro non ci stanno nemmeno troppo male)



Non sappiamo chi fu il primo fra gli eletti di Gaia ad approdare nell’incantata terra d’Alba: tutte le lune gibbose hanno la loro storia da raccontare, sperano di incantare il proprio pubblico e rapirne il cuore grazie alle allegre rime o agli altisonanti versi…
Tra tutte le storie sul primo garou che le mie giovani orecchie hanno udito, quella che più vivida è rimasta nella mia mente è di certo la vicenda di Orma di Luna, figlio di Gaia che giunse su questa grande isola con le antiche genti, le prime a popolarne i fianchi e ad abitare il suo grande cuore verde.
Non ci è dato sapere in che forma fosse nato Orma di Luna, ciò che di lui sappiamo è che era onesto, leale e devoto. Ogni giorno compiva i riti nel bosco, aiutava gli umani che erano con lui a creare dimore stabili per la notte e, quando il grande Sole andava a riposarsi, lui lesto correva nel fitto. Di notte, come lupus, si fermava ad annusare l’aria, lasciando che l’odore carico della terra si mescolasse a quello pungente e totalizzante del mare che raggiungeva le sue nari quando l’amico Vento soffiava dalla Casa delle Fate, la terra che si trovava al di là dello stretto da cui erano giunti i suoi. In quelle notti Orma di Luna si riempiva i polmoni di profumi restandone inebriato, poi alzava lo sguardo in su e cercava la regina del cielo, seduta nel suo trono e circondata dalle sue mille e mille ancelle. Se egli la trovava al suo posto, di muso o di profilo che si mostrasse, levava alto il suo ululato, sperando che la raggiungesse e la omaggiasse come meritava. Orma sentiva infatti forte il legame con lei, sin dalla nascita nelle lontane lande da cui proveniva e di cui ormai ricordava sempre meno.
La vita scorrette serena, poi con gli anni Orma scoprì di non essere l’unico della sua razza sull’isola, anche se tutti i suoi simili che incontrava erano giovani per lo più giunti molto tempo dopo il suo arrivo. L’età e la grande autorevolezza che quella creatura suscitava negli altri lo posero naturalmente a guida di tutti, senza ch’egli se ne rendesse nemmeno conto.
Quando era tempo di pace Orma insegnava ai suoi figli, così li chiamava, tutti i segreti delle lande in cui vivevano. Insegnava loro riti antichissimi e creava appositamente per la piccola tribù norme di comportamento per una coesistenza armonica. Se qualche giovane perdeva la testa allora lui, con uno sguardo immensamente triste lo scrutava e poi si lanciava in un fiero combattimento che ricordava a tutti quanto possente egli fosse. I più piccoli lo osservavano col cuore colmo di timore reverenziale, mentre l’occhio guizzava d’emozione se cadeva sui suoi artigli, affilati tanto quanto i suoi denti e pari a nessuna cosa presente sulla grande isola, sia creata per mano umana che per volontà di Gaia. Chi aveva provato il dolore dell’artiglio ne portava le cicatrici a vita, sia sul corpo, permanentemente lacerato, che nello spirito, ricondotto con fermezza sulla retta via e costretto a portare per sempre il bruciante marchio della vergogna fino a che un nuovo erede non ne avesse lavato via ogni traccia.
Nel tempo il gruppetto che seguiva Orma divenne una vera e propria tribù: i cuccioli crebbero, gli iniziati ebbero voglia di famiglia e il numero crebbe, così com è giusto che sia. Orma non scelse mai per sé una compagna, tutto quanto gli bastava era sapere di essere d’aiuto alla sua nuova famiglia e poter dedicare il suo vigoroso ululato all’amata regina del cielo. Quell’ululato per lui altro non era che un sincero canto d’amore, ma, per altre creature maldisposte verso la tribù, era invece un chiaro avvertimento… la promessa di morte sicura in caso di tentativi di invasione.
Venne però la vecchiaia… il grande lupo sentì il suo corpo indebolirsi, i suoi sensi affievolirsi… nelle scure iridi la sua amata si rifletteva sempre meno e i suoi ululati perdevano pian piano di incisività.
Ma non c’è fine ingloriosa per creature tanto onorevoli!! Accadde infatti che, con l’arrivo delle genti dai lunghi capelli color del sole, sulla terra doveva vivevano pacificamente Orma di Luna e i suoi figli giunse una minaccia ben più concreta: un’orribile creatura deforme, con più arti e più estremità, i cui occhi erano come abissi senza fondo: bui e privi di vita alcuna.
Questa creatura era ostile e pericolosa, profanava tutti i sacrifici in onore degli animali sacri e di notte assaliva senza freno sia la comunità umana che la tribù di Orma e i suoi. Molti cuccioli di uomo e di lupo sparirono e al calar del sole le verde lande d’Alba risuonavano dei pianti strazianti delle povere madri. Il dolore per il nobile garou divenne intollerabile, così, prima che quel mostro indegno proseguisse nel suo abominio, si decise a porre fine alla sua esistenza. Non fu decisione facile giacchè il suo spirito vibrava a doppia corda, teso ora verso la ragionevolezza e l’armonia, e ora verso l’impeto e la lotta. Ad ogni modo, quando si decise ad andare a stanare l’orrendo forestiero, fato volle che fosse la notte che la regina si mostrava di muso al suo amante e a tutte le creature viventi… ciò creava svantaggio per il povero lupus, già rallentato dal peso degli anni ed ora costretto a palesarsi immediatamente sotto l’effetto della luce che proveniva dal cielo. Ma il coraggio di Orma fu degno del ricordo che abbiamo di lui, e lo spinse al combattimento, nonostante tutto. Si battè con tutta la furia di cui fu capace e di cui mai prima d’ora aveva avuto così bisogno, ma pure il mostro era forte, e quasi lo sopraffece, azzannandolo alla gola.
Orma, sentendo venire la fine, e addolorato più per il vicino fallimento che per la sua propria vita, pregò Gaia di aiutarlo, in nome di tutti quei lunghi anni passati ad onorarla con la sua condotta esemplare. Fu così che le sue preghiere vennero esaudite e d’improvviso dal nulla si materializzò una sorta di nube bianca che avvolse ogni cosa, era inconsistente, eppure spessa come un grosso rovo, al punto che non si vedeva più la luce della regina e delle sue piccole ancelle… Il mostro ne fu disorientato non vedendo più il suo avversario, il quale invece, raccolte tutte le forze rimastegli e affidatosi al fiuto, che da sempre più d’ogni altro era stato il senso in lui più sviluppato, lo trovò e in un batter d’occhi lo artigliò tra testa e torace, vendicandosi anche della ferita infertagli. La creatura morì, ma anche Orma ormai non aveva più fiato, così se ne andò, dopo aver salvato i suoi dal primo dei mille e mille pericoli che minacciarono e minacciano tutt’oggi le terre d’Alba.
Quella sorta di nube magica che venne in soccorso di Orma di Luna oggi la chiamiamo nebbia, e Gaia la fa apparire ogni volta che un suo figlio valoroso ha bisogno d’aiuto, per salvare se stesso o per mettere in salvo qualcuno. Quanto ad Orma, si dice che la regina del cielo lo volle con sé, inconsolabile per la perdita del suo devoto, ottenne che la sua richiesta fosse accolta ed ora i due si abbracciano eternamente nella notte… Noi possiamo vederli attaccati quando Luna è piena, di muso. Non scorgeremo la forma del Lupo sul suo volto tondo, ma, se osservate bene, noterete, quando il cielo è terso e senza nubi, una piccola voglia a forma di orma.

[Modificato da Litea 21/04/2010 13:19]


°*°§§§§ Litea Aldwyn, Canto di Freyja, Cliath, Galliard delle Zanne d'Argento §§§§°*°
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